Oggi ci ritroviamo di nuovo a parlare dello smaltimento dell’amianto e di qualche altra interessante informazione. Sappiamo tutti che si tratta di un materiale che in passato è stato usato molto nell’ambito dell’edilizia, in quanto economico e utile come additivo per cemento e vernici, e per la realizzazione di grondaie, feltri, tubi, piastrelle, isolanti e rivestimenti di pareti e tetti.
Tuttavia, dopo aver scoperto la sua pericolosità, si è smesso di utilizzarlo e si è iniziato a rimuoverlo. Il problema è che, in Italia, l’eternit è ancora presente in moltissimi edifici di vecchia costruzione. Chi ne possiede uno può richiedere una verifica per rilevare l’eventuale presenza di questo materiale, per poi programmarne la rimozione. Ma cosa dovresti sapere relativamente allo smaltimento dell’amianto? Una maggiore consapevolezza è molto utile, soprattutto per coloro che hanno la necessità di richiedere questo tipo di servizio.
Smaltire l’amianto non è facile, ma è importante
L’amianto può provocare serie patologie dell’apparato respiratorio. Può essere inalato dall’organismo, soprattutto se contenuto in materiali potenzialmente friabili che con il tempo possono usurarsi e polverizzarsi rilasciando nell’aria numerose particelle tossiche. Da questo puoi comprendere che anche la rimozione è pericolosa e va effettuata seguendo procedure specifiche. Esistono infatti vari metodi che permettono di rimuovere l’amianto con una maggiore sicurezza. Anche quando si tratta di smaltimento dell’amianto, ovvero della fase successiva alla rimozione, entrano in gioco degli operatori specializzati proprio in questi procedimenti.
Le normative che regolano lo smaltimento dell’amianto
Esistono delle specifiche legislazioni che regolano lo smaltimento di questo materiale. Queste normative prevedono che il materiale venga trasportato in discariche specializzate e in grado di smaltire accuratamente persino i rifiuti più pericolosi. Ancor prima della rimozione e dello smaltimento si dovrà elaborare un piano per la rimozione che dovrà essere inviato all’A.u.s.l. (Aziende e Unità Sanitarie Locali). Quest’ultima avrà 30 giorni per effettuare le verifiche del caso. Dopodiché, darà il via ai lavori.
Ogni procedura di rimozione e dello smaltimento dell’amianto deve obbligatoriamente essere eseguita da professionisti specializzati, i quali sono in grado di portare a termine operazioni per niente semplici.
Quale materiale ha sostituito l’amianto?
Come abbiamo detto, l’amianto si è rivelato un materiale molto utile in passato, nonostante la sua pericolosità. Di conseguenza è stato necessario trovare un valido sostituto che potesse proporre le stesse potenzialità e funzionalità nell’ambito dell’edilizia. Nel 1994, praticamente subito dopo l’entrata in vigore del divieto di utilizzo e produzione dell’amianto, venne prodotto il fibrocemento ecologico. Quest’ultimo ha potuto sostituire egregiamente l’eternit, grazie alle sue fibre naturali, organiche e sintetiche.
Questo materiale sicuro è stato migliorato negli anni e ancora oggi si rivela utile in molti campi d’applicazione. Può essere usato dopo la rimozione e lo smaltimento dell’amianto, per sostituire quest’ultimo, oppure per realizzare nuove coperture edili, serbatoi acquiferi e molto altro.
Purtroppo, il fibrocemento ecologico è meno duraturo rispetto all’amianto, ma si rivela lo stesso una soluzione da non sottovalutare e, soprattutto, sicura per la salute dell’essere umano. Tra l’altro, grazie ai progressi della tecnologia, oggi come oggi abbiamo a disposizione diverse tipologie di materiali da usare. Infine, è utile sapere che l’UE ha varato un piano per eliminare tutto l’amianto dall’Europa entro il 2028.
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